Il commercio elettronico è un settore in forte espansione ed è, pertanto, motivo d’attrazione per imprenditori o aspiranti tali. Anche tu, come loro, hai deciso che è giunto il momento di lanciarti in quest’avventura ed hai iniziato ad informarti.

Subito quello che hai cercato è stato un software per l’ecommerce e sicuramente avrai notato che l’offerta è ampia ma soprattutto è molto varia. Tu sei lì che cerchi su Internet e ti trovi di fronte ad offerte di siti a pochissimo prezzo, altri che chiedono un canone mensile, altri ti offrono anche la grafica, altri ancora la promozione oltre all’allestimento dell’ecommerce. Un bel dilemma, dunque, districarsi in questa matassa e trovare il bandolo può diventare più complicato che trovare un ago in un pagliaio.

Avviare un’attività su Internet oggi vuol dire scontrarsi con una serie di offerte, di combinazioni, di strumenti che sembrano tanto simili quanto sono diversi e vuol dire tenere conto di numerosi fattori che spesso sfuggono all’occhio pur vigile di un imprenditore che di Internet sa poco o niente.

La prima cosa utile che puoi fare per orientarti, quindi, è semplificare. L’immensa offerta di piattaforme ecommerce può essere distinta in 2 grandi aree:
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Ho già parlato in molti precedenti post della distinzione tra software closed source e software open source. Qui ti ricordo semplicemente che la differenza si fonda tutta sulla possibilità di leggere il codice sorgente del programma: nei software open source questo è possibile; nei software closed source no, un po’ come comprare un’auto e non poterne aprire il cofano.

Certo non mi aspetto che ti metta a spulciare i sorgenti ma tieni presente che c’è chi sa farlo e questo ti permette di essere libero di scegliere a chi affidare la realizzazione del tuo sito di commercio elettronico e ti permette di cambiare web agency senza dover ricominciare tutto da capo se non sei soddisfatto.

Ma andiamo con ordine ed iniziamo a vedere quali sono i pro ed i contro di una soluzione closed source per poi passare all’esame delle soluzioni open source.

Software per l’ecommerce closed source

Le modalità di erogazione dei software per l’ecommerce closed source sono varie ma tutte hanno in comune l’indisponibilità del codice sorgente del programma e questo si traduce nell’impossibilità per te di gestire al meglio il negozio e nell’essere legati indissolubilmente a chi ti fornisce il software (il che vuol dire che dovrai fare tutto da capo se dovessi pentirti di aver scelto un’azienda piuttosto che un’altra).

Per i software closed source mi piace utilizzare l’aggettivo “rigido” perchè rende bene l’idea dell’essere legati, nell’impossibilità di muoversi nella direzione scelta.

Per comprendere meglio il panorama degli shopping cart closed source puoi distinguere queste piattaforme in 2 grandi categorie:

  1. Piattaforme in erogazione;
  2. Piattaforme in licenza.

Piattaforme in Erogazione

Con questo tipo di soluzione ti vengono messi a dispozione sia l’hosting che il software di ecommerce. Tu non devi fare altro che iscriverti e nel giro di pochissimi minuti sei pronto per iniziare a personalizzare il tuo ecommerce e popolare il catalogo con i tuoi prodotti.

Attraverso un pannello di controllo puoi inserire e gestire prodotti, visualizzare gli ordini, impostare sistemi di pagamento e di spedizione e svolgere, in generale, ogni azione strettamente connessa alla logistica dell’attività. Talvolta è anche possibile modificare l’impostazione grafica in maniera più o meno incisiva.

Avere un negozio come questo è la stessa identica cosa dell’avere un negozio su eBay ma senza i vantaggi che si hanno utilizzando l’immenso network di eBay.

Il costo di queste soluzioni è generalmente calcolato su base mensile e può avere escursioni anche molto rilevanti. Si va dai 10 Euro mensili ai 100 Euro e più.

Vediamo allora i pro ed i contro di questa soluzione.

I Pro

I Contro

I Rischi

Non avendo la possibilità di leggere il codice sorgente i rischi sono molteplici e sono tutti legati ai punti visti in precedenza.

Ma il rischio maggiore è quello del fallimento dovuto alla eccessiva rigidità dei sistemi di questo tipo che potrebbero renderti la vita difficile e farti fallire. La conseguenza immediata potrebbe essere una perdita di fiducia nel commercio elettronico che per te si tradurrebbe nella perdita di un canale di vendita potenzialmente illimitato.

Piattaforme personalizzbili

Il modo più conosciuto per farsi realizzare un sito è anche il più classico: affidarsi ad una webagency che se ne occupi.

Di primo acchito potresti credere che affidarti ad una webagency ti permetta di realizzare ciò che vuoi ma in realtà non è sempre così.

Molto spesso, infatti, le webagency utilizzano dei CMS (Content Management System) che hanno sviluppato in proprio e che poi adattano alle esigenze dei singoli clienti. Il costo di queste soluzioni è talvolta anche molto alto ed ogni ulteriore modifica che si discosta da quelle che sono state le previsioni della webagency costa moltissimo e può essere effettuata solo dalla webagency stessa poichè il codice, mi preme ribadirlo, è closed source e quindi non può essere modificato da nessuno che non sia lo sviluppatore originario.

Molto spesso sono imposte delle licenze che limitano l’uso del sito sui soli spazi messi a disposizione dalla webagency, o che limitano l’uso del codice o che non ne permettono la visualizzazione o la modifica da parte di soggetti terzi. Così, se per caso si volesse aggiungere un blog ci si dovrà rivolgere necessariamente alla webagency, se si vorrà aggiungere la condivisione sui social network si dovrà rivolgersi alla webagency, se si avranno problemi di qualunque tipo ci si dovrà rivolgere alla webagency.

E se la webagency non ti soddisfa? Devi cambiare e ricominciare tutto da capo!

Anche per questa soluzione vediamo i pro ed i contro.

Pro

Personalmente non trovo alcun tipo di vantaggio nell’uso di queste soluzioni e non credo ce ne siano dal momento che gli stessi servizi possono essere offerti anche da webagency che utilizzano soluzioni opensource, a costi talvolta inferiori.

Contro

Rischi

Non ci sono rischi particolari se non quelli di non essere soddisfatti del servizio. Lo stesso può accadere anche con una webagency che utilizzi soluzioni opensource, ma in questo caso almeno puoi cambiare webagency senza perdere il lavoro già fatto (inserimento prodotti, creazione categorie, creazione tipi di prodotto, ecc.)!
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Piattaforme open source

Le soluzioni open source per l’ecommerce sono di gran lunga le più utilizzate. L’open source, infatti, porta con sè innumerevoli vantaggi e gli svantaggi si riducono al minimo.

Il punto centrale è che il codice del sito può essere letto da chiunque e chiunque può modificarlo per adattarlo alle proprie esigenze ed usarlo senza alcun tipo di vincolo.

Sovente viene prevista la possibilità di espandere il software con le estensioni o plugin sviluppate da programmatori terzi rispetto a chi sviluppa il software principale.

Questo modo di approcciarsi allo sviluppo dei software permette di avere a disposizione un programma dalle potenzialità praticamente illimitate poichè intorno ad essi si creano comunità di persone che supportano tutte le fasi di sviluppo, dalla concreta scrittura del codice alla redazione dei manuali d’uso.

Questo si traduce anche in un diretto vantaggio per te dal momento che troverai sicuramente qualcuno che ti potrà dare una mano quando avrai delle difficoltà.

Essendo open source, chiunque potrà modificare il programma, anche le webagency. Questo vuol dire che se scegli una società per la realizzazione del tuo ecommerce dopo non rimarrai legato ad essa nel caso in cui non dovessi, per un qualunque motivo, essere soddisfatto. Ti basterà semplicemente rivolgerti a qualcun altro ma non dovrai rifare tutto da capo, non dovrai reinserire i prodotti, ricreare le categorie, trasferire i dati dei clienti o i loro ordini, ecc.

Scegliendo una soluzione open source potresti addirittura creare il tuo sito di ecommerce da solo e poi rivolgerti ad un professionista nelle fasi più avanzate (promozione, realizzazione del design, ecc.).

La prima volta che si viene in contatto con il mondo dell’open source può capitare che la sua gratuità (effetto indiretto dell’open source) lo faccia percepire come un prodotto qualitativamente inferiore. Non commettere questo errore!

I software sono sempre migliori o peggiori rispetto ad un altro ma ciò non dipende dal loro essere o meno open source bensì dalle capacità degli sviluppatori.

Avere un ecommerce open source non vuol dire avere un software di second’ordine, anzi! Talvolta un software open source può ben essere superiore a software proprietari. E’ il caso, ad esempio di WordPress o Joomla!, CMS utilizzati anche da grandi gruppi editoriali per gestire le proprie pubblicazioni online. Per l’ecommerce risalta il software Magento (di cui parlerò nei prossimi articoli) che viene definito dalla maggioranza come il miglior software per l’ecommerce in circolazione.

Vediamo ora i pro ed i contro dell’uso di un software open source per il proprio ecommerce.

Contro

Personalmente non ne trovo.

Rischi

Errata previsione delle proprie esigenze e conseguente scelta sbagliata del proprio software. In realtà questo accade sempre, con qualunque soluzione per l’ecommerce si intenda scegliere.

Pro

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Conclusioni

Spero che questa panoramica sui software per l’ecommerce ti sia stata utile. In un prossimo articolo ti elencherò una serie di software open source per l’ecommerce così che tu possa provarli e possa scegliere quello che fa meglio al caso tuo.

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11 Responses

  1. Ed anche questo articolo conferma come il tuo blog sia diventato un punto di riferimento per me in questo campo.

    Ti faccio i miei più sentiti complimenti e spero che questi ti facciano continuare in questa maniera.

  2. Bellissimo articolo! Grazie! Però ho una domanda: eBay come deve essere considerato? E’ uno shopping cart secondo te?

    1. In realtà eBay non credo possa essere considerato uno shoping cart. È un emarket place, una piattaforma che ti permette di vendere i tuoi prodotti, ma sempre rimanendo all’interno del sito di eBay. Uno shopping cart, invece, nel senso comune, è un software “indipendente”, autogestito, che ti permette di gestire in prima persona tutte le fasi del processo di vendita, dalla gestione del catalogo all’evasione degli ordini.

      Quindi no, non credo che eBay possa essere considerato uno shopping cart.

    2. @Antonio
      Ad essere precisi eBay non E’ uno shopping cart bensì HA uno shopping cart (ossia un carrello dove mettere i prodotti) all’interno della piattaforma.

  3. Uno dei “contro” delle piattaforme open giunge, a mio avviso, assieme alle personalizzazioni “spinte”: in molti casi le agenzie, per assecondare il cliente, si trovano costrette a spingersi molto in là con personalizzazioni e modifiche al core che, poi, diventano difficilmente gestibili con le varie contribution/estensioni e le nuove relase della piattaforma.

    1. Ciao Alessio,
      grazie dello spunto!

      Verissimo ciò che dici ma io vedrei la cosa più che come un problema, come la doppia lama di uno stesso coltello.

      Se da un lato è vero che i software open source ti permettono una personalizzazione spinta del codice è pur vero che in fase di aggiornamento potrebbero sorgere dei problemi.

      A mio avviso tutto sta
      1) Nello scegliere prima una piattaforma che soddisfi al massime lo proprie esigenze (e quindi sapere prima quali possono essere queste esigenze!);
      2) Nel capire fino a che punto spingersi con le personalizzazioni;
      3) Tenere traccia di ciò che si fa.

      Io mi sono trovato a modificare il core. Erano piccole modifiche e le ho appuntate in un file di log: all’aggiornamento le ho rifatte. Ovvio, non erano modifiche pesantissime. Vero è pure che ogni volta, rifarle era lungo e noioso.

      Quindi sarebbe il caso che fosse l’agenzia a mettere in guardia il cliente circa i problemi che potrebbero sorgere in futuro nel caso in cui si chiedessero modifiche eccessive. Dall’altro lato dovrebbe essere il cliente che dovrebbe capire quali sono le problematiche cui va incontro. E su questo punto mi rendo conto che la cosa potrebbere essere abbastanza difficile!
      Tutto al condizionale e poi nella realtà le cose non stanno così: ma chi per mare va…

      Ma è anche per questo che è nato Commercianti•Online: per spiegare cosa si può fare, come lo si può fare e in che modo lo si può fare.

      In ogni caso in medio stat virtus: non si può pretendere che una 500 vada come una Ferrari ma certo si potranno aggiungere piccole migliorie qua e là!

  4. A mio modo di vedere l’articolo rischia di essere fuorviante: sembra quasi che affidandosi a un’agenzia non si ottenga comunque un prodotto personalizzato, e che questo prodotto in più non sia modificabile da terzi. Se questa visione può adattarsi ad alcuni, sicuramente non prende in considerazione quelle realtà che scrivono il proprio codice basandosi su framework *(e non CMS) open source, mediante i quali si può ottenere un prodotto che sia ritagliato sulle precise esigenze del cliente e contemporaneamente open source. Nell’articolo si parla di Magento: esso è basato su Zend Framework, quindi un framework open source; se un sistema personalizzato viene realizzato da un’agenzia su Zend Framework (o su qualunque altro framework Open Source) le possibilità di cambiare agenzia resteranno le stesse, ma in più il prodotto rispecchierà le reali esigenze del cliente: è pur vero che nella maggior parte dei casi non si hanno necessità diverse da quelle “standard” ricoperte dai CMS, ma esistono casi in cui è necessario andare un po’ più in là del prodotto precostituito.

    *NOTA:
    La differena tra framework e CMS penso sia nota ai più, per chi non la conoscesse la riassumo in due parole: il CMS è un software che include al suo interno varie funzionalità, il framework è un insieme di strumenti che velocizzano il lavoro dello sviluppatore. Il CMS lo installi e, seppur in funzione base, inizia a funzionare; il framework lo installi e da solo non fa niente, è necessario programmare il funzionamento dell’applicativo (o del sito).
    Va da sè che il setup di un sistema basato su CMS è molto più rapido, ma al contempo più vincolante; l’approccio del framework allunga i tempi e l’impegno richiesto, ma offre in cambio massima libertà di progettazione e realizzazione. Per analogia, si potrebbe paragonare un sistema basato su CMS a una casa prefabbricata, e un sistema basato su framework a una casa costruita sul progetto che un architetto ha disegnato dopo aver ascoltato le esigenze del futuro prorietario.

    1. @Aldo
      È vero, le possibilità di cambiare agenzia restano le stesse (più o meno, ma andare a differenziare ulteriormente complicherebbe le cose in modo eccessivo).Modificare codice scritto da altri, però, può essere difficile se non si sono seguiti standard ampiamente condivisi.Quindi si, in teoria le possibilità rimangono le stesse, nella pratica potrebbe, invece, non essere nemmeno possibile se il codice è scritto male.

  5. Veramente complimenti.
    Concordo pienamente con te! Sono un ex commerciante (da pochi mesi ) e per molti anni, per la mia voglia di cambiare, di creare personalmente il mio sito di vendita, ho ” buttato una marea di soldi ” su piattaforme a pagamento e su moduli aggiuntivi ( PrestaShop, OpenCart, Cs-cart Shop Factory, x-cart,e moltri altri.. credimi!.. ). Affascinato dal mondo dell’ecommerce ( a livello software ), mi sono messo a studiare alcune basi fondamentali per la modifica e l’integrazione di templates ( html, css, php, jquery ). Il lavoro di commerciante, purtroppo, mi è andato molto ma molto male .. da fallimento completo. Ho deciso di intraprendere la nuova attività di Web Master, gestore e creatore di siti per i colleghi con cui ho lavorato per molti anni nel commercio ( vendevo ogni week end presso le fiere dell’elettronica). Ho avuto una gran fortuna di collaborare con una Software House ” Russa ” per oltre un anno,conosciuta per puro caso nella’acquistare l’ennesimo software ecommerce. Proprio l’altro giorno ho messo on line il primo pacchetto di software a pagamento 97% open source. Guarda, ( non ho trovato il tuo nome ), quello che ti sto scrivendo ora, non è per farmi pubblicita’, ma per confermare tutto quello che hai scritto. Sicuramente una parte di commerciante in me, è rimasta ancora viva. Voglio sfruttare le mie vecchie risorse per ritirarmi su dalla catastrofe precedente.
    Ti vorrei chiedere un favore: Posso copiare ed includere alcuni testi che ha i scritto, sul mio sito ? Ti ringrazio veramente, e mi scuso per il disturbo.
    Rinaldo

    1. Ciao Rinaldo, purtroppo quello del commerciante è un lavoro davvero molto rischioso: tutto è sulle tue spalle e se sbagli mezza strategia rischi di fallire miseramente.
      Di esempi ce ne sono tantissimi… Se mi posso permettere, può darsi che la tua attività sia andata male proprio perchè ti sei focalizzato sulla parte sbagliata: più sulla tecnologia che non sull’attività di commercio in se stessa.

      Però alla fine questo ti ha portato a capire qual è la tua vera strada! 🙂

      In bocca al lupo per la tua attività e non ti preoccupare per la pubblicità: questo è un blog e quindi, se il commento è utile, con o senza la pubblicità, lo pubblico!

      Per ciò che riguarda i testi, ovviamente, non posso autorizzarti a copiarli e incollarli perché questa pratica penalizzerebbe non tanto il mio, quanto il tuo sito agli occhi di Google. Inoltre, sebbene sia onorato dalla tua richiesta, non credo che sarebbe una strategia corretta: scrivi contenuti che siano tuoi, linka pure e cita i miei articoli (e quelli di altri, ovviamente!), se ti va scrivi un BUON guest post per Commercianti•Online (qui trovi tutte le informazioni: https://www.commercianti.online/guest-post/), ma copiare e incollare non la vedo una buona cosa e quindi non posso autorizzarti a farlo con i miei articoli, mi dispiace.

      Grazie mille per il commento, ci vediamo presto qui sul blog!

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