Creare e Gestire un sito eCommerce: Chi, Come, Quando

Come creare e gestire un sito e-commerce

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Il primo mito da sfatare è che un sito, sia esso un ecommerce o di altra natura, non viene sviluppato e realizzato da una singola persona o figura professionale.

La mitica figura del webmaster che appare nell’immaginario collettivo come il “Master of Internet” in realtà non esiste. Vediamo perché.

Fino a qualche anno fa forse si poteva parlare ancora del webmaster, ma oggi le cose sono cambiate.

Come tutti i settori legati alla tecnologia, anche il web ha avuto un impennata nello sviluppo, una forte spinta verso il futuro ed il nostro presente è già molto più vicino ai film di fantascienza di qualche anno fa, sicuramente più di quanto possiamo immaginare.

Creare un sito e-commerce di media qualità oggi richiede il lavoro di molte persone, ognuna delle quali con una propria mansione e specializzazione.

Per comprendere il concetto è meglio iniziare a dividere la vita di un sito in cicli o fasi.

Il ciclo di vita di un sito e-commerce

In primo luogo il sito e-commerce va pensato, quindi va sviluppato: sono queste le fasi di progettazione prima, di sviluppo poi.

Una volta superate queste fasi il sito viene reso pubblico e quindi inizia a diventare produttivo. Si parla, quindi, di deploying, fase durante la quale ci si assicura che il sito e il suo shopping cart realmente funzionino correttamente, che non ci siano errori, si apportano piccole migliorie, in generale li si rendono funzionanti a tutti gli effetti. Già durante questa fase gli utenti iniziano a navigare il sito, i motori ad indicizzarlo, si continua ad inserire contenuti e a gestire i clienti (se è previsto che ci siano clienti). Le figure che intervengono in questa fase sono ovviamente diverse da quelle che sono intervenute nelle fasi precedenti.

Quando si è certi che il sito funziona correttamente e che tutti gli “ingranaggi” sono ben oliati si può anche procedere alla fase di marketing: si comunica al mondo, cioè, che è nato un nuovo shop on-line e si cerca di attrarre quante più persone possibile, mantenendo il target e cercando di raggiungere gli scopi per i quali il sito è stato realizzato (se è un ecommerce si cerca di attrarre potenziali clienti interessati al prodotto, se è un sito di informazione si cerca di attrarre lettori interessati all’argomento trattato, e via dicendo. Questo è il target).

Già da questa breve cronistoria della vita di un sito web ci si rende conto di come una sola persona non basti. Vediamo, quindi, quali sono le figure che intervengono nelle varie fasi e quali sono i ruoli che ricoprono e le mansioni che svolgono.

Progettazione e sviluppo di un e-commerce

È questa forse la fase più importante di tutte. Una cattiva progettazione porta con certezza quasi assoluta a creare un cattivo sito ecommerce.

È in questa fase, infatti, che si tracciano le linee guida di quello che sarà il frutto di tutto il lavoro che si andrà ad eseguire.

Così come una casa che non abbia solide fondamenta rischia di rovinare al suolo, così un e-commerce che non abbia una solida progettazione rischia di vedersi staccata la spina.

In questa fase intervengono molte figure professionali.

In primo luogo c’è un project manager: il suo compito è di organizzare, controllare ed indirizzare il lavoro degli altri componenti del team.

Generalmente un progetto viene realizzato anche con l’ausilio di un marketer, figura che si occupa di delineare lo “stile” del sito e dell’azienda. È lui che decide come deve apparire l’azienda all’esterno, l’immagine che deve trasmettere al al cliente in relazione al target di riferimento e allo scopo del sito stesso: devo vendere a ragazzi, anziani, donne, uomini, devo vendere computer, vestiti, cd, offro informazioni sulla politica, sull’IT, sulla musica, ecc.? Per ognuno di questi elementi si cerca di comprendere qual è il cliente tipo e si delinea lo stile della comunicazione (formale, informale, giocosa, sbarazzina, ecc.), quindi si cerca di capire come attrarre i visitatori ed utilizzando quali canali e quali leve. Si potrebbe decidere di adottare una strategia che preveda l’uso spinto dei social media piuttosto che l’uso di leve quali il diritto di recesso o un ottimo servizio clienti.

Quindi c’è un webdesigner. In relazione a questa figura è necessario sfatare un mito duro a morire, causato dagli strascichi degli albori del web. Il webdesigner non è un grafico! Il grafico è il grafico ma webdesigner non è la traduzione inglese della parola italiana grafico. Webdesigner e grafico sono due figure diverse. Mettitelo in testa: grafico e webdesigner non sono la stessa cosa. (ora credo basti, l’ho ribadito abbastanza :D).

Ma se il grafico non è un webdesigner, allora chi è il webdesigner?

Il webdesigner è colui il quale si occupa di webdesign e secondo la definizione che ne dà Wikipedia

Il webdesign o web design, letteralmente progettazione per il world wide web, è un’espressione inglese utilizzata anche nella lingua italiana per indicare la progettazione tecnica, strutturale e grafica di un sito web.
La figura professionale dell’addetto alla progettazione per il web, il web designer, nata con lo svilupparsi del World Wide Web, presenta varie analogie teoriche con quella dell’architetto: così come per la costruzione di un palazzo, il webdesigner deve avere varie competenze che vanno dallo studio del singolo elemento alla complessità del progetto (il cosiddetto “zoom in e zoom out”), ed avere competenze di usabilità ed accessibilità.

Il webdesigner, quindi, studierà la struttura dell’interfaccia (navigazione, schede prodotto, colori, ecc.) e andrà a realizzarla (magari con l’ausilio di un grafico) utilizzando linguaggi come l’HTML, i CSS e JavaScript e nel farlo seguirà le indicazioni fornitegli dal marketer, dal cliente e dagli altri membri del team di sviluppo. Insieme contribuiranno a costruire un’ottima user experience per soddisfare al meglio i clienti e farli tornare. Tutto per evitare che il sito sia troppo complicato e gli utenti abbandonino gli acquisti a metà.

Altra figura che interviene in questa fase è il developer o programmatore. Non credo sia necessario spiegare ulteriormente la figura: essa si occupa di scrivere il codice. A seconda della complessità del sito ci potranno essere uno o più sviluppatori, anche in relazione ai linguaggi utilizzati (è possibile, infatti, che un sito venga sviluppato in più linguaggi diversi, ognuno con finalità diverse).

Per la redazione dei testi c’è il copywriter, che non è semplicemente una persona che sa scrivere bene in italiano ma una persona che conosce la comunicazione sul web, ha rudimenti di SEO (Search Engine Optimization, Ottimizzazione – dei testi – per i motori di ricerca) e che nel redigere le pagine del sito segue le linee editoriali stabilite in fase di progettazione.

Deploying, rodaggio e regime di un ecommerce

A questo punto il sito è già bello che pronto e va solo testato sul campo per verificarne il corretto funzionamento.

Durante il deploying si “limano” le eventuali imperfezioni, si apportano migliorie, si correggono gli ultimi eventuali errori. In genere si corregge tutto ciò che può essere rilevato solo con un test sul campo.

In questa fase (ma talvolta già in quelle precedenti) si inizia a riempire il catalogo dei prodotti da esporre e vendere.

Intervengono, quindi, gli addetti al catalogo, chi si occupa del magazzino, il callcenter/servizio clienti, ecc.

Terminata questa fase il sito è a regime ed è produttivo solo se ci sono persone a sufficienza che lo visitano e che acquistano. Per raggiungere questo risultato si passa alla fase di…

Marketing per l’ecommerce

E’ questa, secondo me, la fase più eccitante. Abbiamo il nostro bell’e-commerce, pronto per essere sfruttato, ma non abbiamo i clienti.

Bisogna trovare il modo di attirarli.

Le tecniche sono tante, i canali altrettanti. Si possono fare pubblicità online con Google AdWords, su Facebook, attraverso altri siti di social networking, sui comparatori di prezzo, si può decidere di posizionare il sito con attività di SEO e molto altro. Le possibilità sono molte e limitate solamente dal budget disponibile.

Una buona parte dell’attività di marketing inoltre è dedicata all’ottimizzazione del sito e-commerce studiando accorgimenti che aiutino a vendere di più.

L’argomento è molto vasto tanto da avermi spinto a creare un’apposita sezione sul (web) marketing, alla quale ti rimando per approfondire l’argomento.

Chiudo solo con alcune citazioni che certamente contribuiranno a farti entrare nell’ottica del marketing.

Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo. Henry Ford

La pubblicità è necessaria. La gallina, quando ha fatto l’uovo, canta; l’anatra no. Nei negozi tutti chiedono uova di gallina, ma nessuno chiede uova di anatra. Chiaro? Marcello Marchesi

Conclusioni

Non credo sia necessario, ma per completezza desidero chiarire che non tutti i progetti vedono coinvolte tutte queste figure che comportano spese non indifferenti. A seconda dei budget e della difficoltà del progetto e-commerce alcune figure possono mancare ed alcuni ruoli affini essere ricoperti da una singola persona.

Certamente, però, non si potrà fare a meno di un webdesigner e di un developer nelle prime fasi e di qualcuno che si occupi delle attività di SEO e di promozione in generale quando il sito sarà pronto per essere aperto al pubblico.

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6 risposte

  1. Realizzare un ecommerce per il proprio business è diventato fondamentale, tanto come la presenza stessa sul web, è indispensabile per poter sopravvivere o avere successo nel mondo del commercio. Diverso è il modo in cui bisogna dedicarcisi. Bisogna studiare tutti i giorni ed essere competitivi e aggressivi, raggiungendo posizioni di visibilità di rilievo per il proprio settore

    1. E si Luigi, hai perfettamente ragione. Troppo spesso si dimentica che la realizzazione del sito è solo il primo passo e che la partita vera si gioca dopo, quando si deve iniziare a capire come vendere su Internet: l’e-commerce, il sito di commercio elettronico, è solo lo strumento. Ma la vera difficoltà sta proprio nell’usarlo bene questo strumento! Ed è qui che casca l’asino. Ed è per questo che è nato Commercianti•Online 🙂

  2. ottimo post, ho sfruttato le mie piccole conoscenze e sto ancora perfezionando il sito del negozio di fiori con l’inserimento di alcuni prodotti… dopo un anno i risultati iniziano a vedersi, ok non si vive con il negozio online per ora (magari si riducono i costi d’affitto…) ci vorrà tempo e tanto lavoro.. poi si passerà ad acquistare un database investendo su un buon dominio etc.. complimenti ancora

    1. Ciao Manuel,
      grazie mille per il commento: riceverne soprattutto da persone che stanno iniziando e stanno scontrandosi con i problemi reali e quotidiani del commercio elettronico non è facile!
      Come non è facile riceverne da commercianti che hanno compreso a pieno le dinamiche dell’e-commerce. E una di esse è proprio la lentezza con cui a volte ci si scontra nell’acquisire nuovi clienti e nel riuscire a far fruttare un e-commerce tanto da poter dire di riuscire a sostenersi solo con esso.

      In ogni caso se c’è una cosa che ho imparato nel tempo è che l’importante è, banalmente, continuare, andare dritto per la propria strada, crederci e confidare di riuscire: alla fine il resto viene da sè 🙂

      Per ciò che riguarda i tuoi “progetti di investimento”, devo dirti che il database e il dominio ormai sono le ultime cose a cui devi prestare attenzione: ce ne sono di molte altre di molto più importanti (come, per esempio, un investimento in promozione o nell’ottimizzazione dell’infrastruttura – server, tema, conversioni, ecc.).

  3. Sviluppare un e-commerce è una sfida che molti affrontano, ma non tutti capiscono. La difficoltà principale è sviluppare un progetto solido su tutti i fronti, a partire dagli elementi che generano fiducia e credibilità, passando per le strategie di prezzo, per le istanze di navigazione e non ultimo per la scelta del server che deve garantire opportune condizione di sicurezza e affidabilità rispetto alla mole di risorse richieste dal progetto. Insomma, non è una cosa da prendere sottogamba, non trovate?

    1. Assolutamente non lo è!
      Questo non significa che si debba partire con tutto dal giorno uno, ma si deve tenere presente qual è l’obiettivo.

      Ottimo spunto di riflessione, grazie per il commento 🙂

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